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Rio de Janeiro, "Fiume di Gennaio", è la seconda città del Brasile dopo San Paolo e prima di Salvador da Bahia e Brasilia. Dal 1763 al 1960 è stata la capitale del Brasile. La particolare fisionomia urbana della città, di straordinario impatto visivo, è strettamente legata alla morfologia del sito, caratterizzata da rilievi non elevati ma impervi (morros) e da strette aree pianeggianti. È famosa per le sue attrattive turistiche tra cui spiccano le spiagge di Copacabana e Ipanema, la gigantesca statua Art Déco del Cristo Redentore, situata sul monte del Corcovado, il monte del Pan di Zucchero (Pão de Açúcar), con la sua funivia, la più grande foresta all'interno di un'area urbana, la foresta di Tijuca e il suo annuale carnevale, il più celebre al mondo con le famose parate delle Escolas de Samba nel Sambodromo e i popolari "blocos de carnaval" che sfilano praticamente in ogni angolo della città. La città occupa la parte occidentale della baia di Guanabara. Il ponte Rio-Niterói (13 km, dei quali 9 sull'acqua, campata centrale lunga 300 metri e alta 72 metri per consentire il passaggio delle navi) della BR-101 attraversa la baia di Guanabara e unisce Rio de Janeiro a Niteroi. L'attuale popolazione di Rio de Janeiro è il risultato della mescolanza storica di europei, africani e índios. La popolazione della città nel 2007 risultava composta da bianchi (53,6%), pardos/mulatti (33,6% ), neri (12,3% ) e asiatici o índios (0,5%). Prima dell'arrivo dei portoghesi la regione era abitata da diversi gruppi indigeni, che furono sterminati o assimilati dagli europei. L'area su cui sorge Rio de Janeiro venne raggiunta il 1º gennaio 1502 da esploratori portoghesi nel corso di una spedizione, guidata da Gaspar de Lemos, che comprendeva anche l'italiano Amerigo Vespucci. Poiché gli europei inizialmente credettero che la baia di Guanabara fosse la foce di un fiume, la chiamarono "Rio de Janeiro". Gli Indios di etnia Tupi che abitavano la baia di Guanabara chiamarono i nuovi arrivati carioca (kara' iwa = uomo bianco e oka = casa, da cui carioca = casa dei bianchi). Nel 2012 la città è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. Pão de Açúcar L'entrata della Baia di Guanabara è dominata dalla grandiosa massa granitica del Pão de Açúcar, «pan di zucchero», un monolito di granito e quarziti alto 390 metri. Il nome deriva dal termine tupi-guarani Pau-nh-acuqua degli indios Tamoios che significa "alta collina". Dal 1913 è raggiungibile grazie a una funivia (Bondinho). Il rilievo è uno dei molti monoliti che si elevano dal livello del mare attorno a Rio de Janeiro, tra cui i picchi Babilônia e Urca. A partire dal XVII secolo si registrò un incremento nella coltivazione della canna da zucchero e la produzione di distillati, tanto era fiorente questa attività che il termine Paraty fu anche sinonimo di cachaça (distillato di canna da zucchero). Dopo la costruzione della ferrovia che collega Rio de Janeiro a Vale do Paraíba nel 1870 e l’abolizione della schiavitù nel 1888 (per aggirare la quale Padre Reggente Diogo Antonio Feijò fece sbarcare gli schiavi a Paraty) le strade della città per le quali circolava dapprima l'oro, furono riutilizzate per il trasporto del caffé. La città entrò in una profonda crisi economica e in un ostracismo che, comunque, risulterà decisivo per la conservazione del suo prezioso complesso architettonico. Con l’inaugurazione delle strade Paraty-Cunha, negli anni ’50, e Rio-Santos, nel 1973 venne riaperta la BR-101 e, grazie al turismo, Paraty conobbe un nuovo ciclo di prosperità. Oggi la città è il secondo polo turistico dello Stato di Rio de Janeiro. |
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Claudio Maccherani |