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Ho visitato l'Abbazia di San Galgano e l'Eremo di San Galgano in Montesiepi, con Vera, due volte: nel giugno 1985 e il 21 ottobre 1996. La prima volta quando ero alla ricerca dei luoghi del film "Nostalghia" di Andrej Tarkovskij [li ho visti quasi tutti, N.d.R.] e la seconda perché siamo rimasti molto colpiti dalla magia di questa Abbazia senza tetto e con un prato per pavimento. Se si ha la fortuna di essere soli, si viene rapiti dall'incantesimo di questa immensa Abbazia le cui pareti gotiche si innalzano nel cielo e sembrano proseguire all'infinito. E poi c'è il fascino misterioso della "Spada nella Roccia" dell'Eremo, la VERA "Spada nella Roccia" (non come quella letteraria di Re Artù). L'edificio costruitovi intorno è rotondo, come gli antichi templi pagani, con una cupola a cerchi concentrici rossi e bianchi che da una strana sensazione, anche qui, di infinito. Credo che esistano pochi posti come questo dove il pensiero non corra immediatamente ai Cavalieri Templari. |
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Sette giorni dopo il luttuoso evento, narrò alla madre di aver fatto un sogno in cui «San Michele arcangelo lo chiedeva a sua madre per farne un soldato; e mentre la madre lo consegnava all’angelo […] lui stesso seguiva l’angelo». Questa esperienza produsse in Gagano il desiderio di mutare vita e successivamente, secondo la madre, ebbe altre visioni con l'Arcangelo Michele che lo conduceva su un ponte attraversato il quale giunse in un prato bellissimo a Montesiepi dove trovò i dodici apostoli che stavano in una casa rotonda che invitarono Galgano a sedersi in mezzo a loro e gli porsero un libro aperto, invitandolo a leggervi, ma il giovane, non sapendo leggere, garbatamente accantonò il libro. |
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Poi gli apostoli gli dissero "A somiglianza di questo [edificio che tu vedi] costruisci qui una casa in onore di Dio, della Beata Maria e dei dodici apostoli e rimani qui per molti anni". Galgano incontrò l’opposizione della madre che tentò di distoglierlo da questa intenzione fidanzandolo ad una fanciulla di Civitella, Polissena. Fu proprio recandosi a conoscere la promessa sposa che Galgano, alla vigilia di Natale del 1180, ebbe una nuova esperienza mistica: sul cammino di Civitella il cavallo di Galgano improvvisamente si fermò, voltò verso la pieve detta di Luriano e lì vi pernottò. Il giorno seguente, come il cavallo non poté andare avanti, lasciò le briglie sciolte perché lo conducesse al luogo in cui avrebbe riposato per sempre. Il colle di Montesiepi. |
Quale segno di rinuncia perpetua alla guerra, Galgano conficcò il suo spadone di cavaliere nel terreno. «In terram», è scritto sia nel verbale della deposizione di Dionisia durante il processo di canonizzazione che nelle più antiche biografie, in terra, non nella roccia. A nulla valsero a distoglierlo da questa impegnativa decisione le preghiere della madre Dionisia e dei parenti, o gli argomenti degli antichi compagni di bagordi, o la visita dell’avvenente fidanzata, che egli anzi sembra abbia convinto a prendere il velo. A Polissena viene attribuita la fondazione del monastero di San Prospero, presso Siena. Sul Montesiepi Galgano diede vita ad una forma di cenobitismo collocabile all’interno di quel vasto movimento spirituale che dopo il Mille animò gli ambienti popolari e monastici come reazione polemica nei confronti dei mali morali che deturpavano la Chiesa. Nella primavera del 1181 Galgano si recò dal Papa Alessandro III ed per ottenne l’approvazione della sua comunità. Contro il santo si mossero alcune persone (identificate nel pievano di Chiusdino, nell’abate di Serena ed in un converso della medesima abbazia) mosse dal fuoco dell’invidia che tentarono di svellere la spada ma non riuscirono ad estrarla e per questo la spezzarono, incorrendo nell’ira divina: due di essi trovarono una morte orribile (uno cadde in un fiume e annegò e l'altro fu folgorato da un fulmine), il terzo fu aggredito da un lupo che gli azzannò le braccia, ma fece in tempo a pentirsi e benché mutilato non morì. L’esperienza eremitica sul Montesiepi durò meno di un anno: il 30 novembre 1181 Galgano morì santamente, ed il 3 dicembre successivo fu sepolto accanto alla sua spada. (testo tratto da confraternita-sangalgano.it/wp/san-galgano-la-vita/) |
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Mi piace qui sottolineare come la vicenda umana di San Galgano (1150-1181) e la sua rinuncia alle armi e alla ricchezza sembri anticipare quella del più grande santo della cristianità, San Francesco d'Assisi (1181-1226). E San Francesco nasce nello stesso anno in cui muore San Galgano. (Claudio Maccherani) |
EREMO di San Galgano in Montesiepi Costruito sul luogo dove il nobile cavaliere Galgano Guidotti si ritirò e visse da eremita fino alla morte, nel 1181. Il primitivo edificio era già completato nel 1185. Nel XIV secolo la cappella venne ingrandita tramite la realizzazione dell'atrio e della cappella laterali. Nello stesso periodo venne aggiunta anche la parte superiore esterna del tamburo e il campanile a vela formato da due monofore sovrapposte. Nel XVII secolo sopra al tetto venne realizzata la lanterna cieca e alla fine del XVIII secolo venne costruita sulla destra della cappella la casa canonica e gli edifici ad uso agricolo. Nel 1924 venne restaurata e nel 1974 il restauro si estese agli edifici attigui. Ha una singolare forma cilindrica, come i templi antichi, a fasce bianche (travertino) e rosse (mattoni). |
L'interno presenta un basamento circolare in pietra, la copertura è stata realizzata mediante una volta emisferica ad anelli concentrici in bicromia (cotto rosso e travertino bianco). La copertura ricorda quella delle tombe etrusche a Tholos. Al centro si trova il celebre masso nel quale è inserita la spada di san Galgano. |
ABBAZIA di San Galgano L'abbazia cistercense di San Galgano è stata costruita sulla piana della Merse a partire dal 1218. Ora è in rovina e ridotta alle sole mura, senza tetto. Rispetta perfettamente i canoni delle abbazie cistercensi stabilite dalla regola di San Bernardo, è orientata con l'abside volta a est, ha una facciata a doppio spiovente, è a tre navate con archi a sesto acuto, a croce latina, 69 metri di lunghezza, 21 metri di larghezza. Per copertura ha il cielo, per pavimento ha un prato. Consacrata nel 1288, è stata la più potente abbazia della Toscana. |
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I suoi monaci furono tra i primi operai della cattedrale di Siena e furono incaricati di studiare un acquedotto che portasse l'acqua della Mese in città. Prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. Nella seconda metà del secolo l'abbazia venne più volte saccheggiata dalle compagnie di ventura. |
Tali vicende portarono a una profonda crisi nella comunità monastica, tanto che alla fine del secolo essa si era ridotta a sole otto persone e nel 1474 fu abbandonata. Affidata a dei commendartari, uno dei quali fece rimuovere il tetto per venderne il piombo, andò in rovina e nel 1789 fu sconsacrata. Nel 1924 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo per opera di Gino Chierici. Non furono realizzate ricostruzioni arbitrarie o integrazioni, ma semplicemente fu consolidato quanto rimaneva dell'Abbazia. |
"Credo che esistano pochi posti come questo dove il pensiero non corra immediatamente ai Cavalieri Templari" (N.d.R.) |
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"Templari Cattolici d'Italia",
associazione privata di cattolici italiani, ritiro spirituale a San
Galgano del 10 ottobre 2021 |
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Claudio Maccherani |