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Io e Vera abbiamo visitato la Basilica di San Miniato al Monte di Firenze nel maggio del 2015, dopo essere stati a vedere la mostra "Van Gogh Alive". Basilica molto bella e "intrigante", avvolta da un fascino misterioso che si percepisce "a pelle". |
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Basilica di SAN MINIATO al Monte (Firenze) San Miniato al Monte è uno dei più importanti monumenti dell’architettura romanica di Firenze. La sua facciata geometrica, decorata con marmi bianchi e verdi, la sua atmosfera spirituale e la vista mozzafiato che offre la terrazza sulla città rendono San Miniato al Monte una tappa imprescindibile di Firenze. Le origini della sua fondazione si perdono nell’oscurità dei primi secoli della cristianità. L’aura di mistero circonda anche la figura di San Miniato, il santo venerato sulla cima del Monte alle Croci già dall’VIII secolo. Nel 250 Miniato, un re o un soldato armeno, si trovò a Firenze, quando l’Impero Romano era sotto la guida dell’Imperatore Decio che, dopo decenni di tolleranza, tentò di restaurare gli antichi valori religiosi romani e obbligò tutti i cittadini dell’Impero a fare sacrifici in onore degli dei romani. Miniato si rifiutò di seguire questi ordini, e per questo venne catturato e martirizzato. La leggenda racconta che Miniato, dopo che la sua testa fu stata tagliata, la raccolse e, reggendola sotto il braccio, salì sulla collina alle porte di Firenze. Una volta raggiunta la cima del Monte alle Croci, Miniato si sdraiò e chiese di essere sepolto lì. La Basilica, uno dei più antichi insediamenti benedettini della Toscana, è stata costruita a partire dal 1013 e consacrata nel 1018 e presenta un interessante collegamento con l'arte romana dei primi templi pagani. È a pianta rettangolare, a tre navate, con decorazioni a tarsia bicroma realizzate con marmo bianco e serpentino verde sia nella facciata che all'interno. La facciata è uno dei capolavori dell'architettura romanica fiorentina, ispirata a un classicismo solido e geometrico ripreso dalle tarsie marmoree degli edifici monumentali romani. La cripta ospita le reliquie del santo martire la cui volta a crociera è stata decorata con gli affreschi di Taddeo Gaddi, allievo di Giotto, nel 1342. All’intero trentotto capitelli antichi provenienti da spoliazioni di antichi edifici fiorentini e romani. Nella parte superiore, nel presbiterio, la volta dell’abside è ricoperta con uno smagliante mosaico che rappresenta Cristo in trono con Maria, San Miniato e i simboli dei quattro Evangelisti, il cosiddetto "tetramorfo", del XIII secolo. L'origine del tetramorfo è nella la visione di Ezechiele e nell'Apocalisse di San Giovanni che menzionavano i quattro esseri viventi, bestie alate con quattro facce: una faccia d’uomo, una faccia d’aquila, una di leone e una di bue. Ireneo e San Girolamo identificarono nelle quattro creature i quattro evangelisti (angelo-Matteo, aquila-Giovanni, leone-Marco, bue-Luca). |
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La sagrestia, a cui si accede dalla navata sinistra del presbiterio, è decorata da un grande ciclo di affreschi sulla Vita di San Benedetto di Spinello Aretino (1387). L’area del presbiterio è dominata dal pulpito romanico di marmo nel quale però sono presenti solo tre evangelisti (manca Luca) addossato a un recinto di marmo che divide il presbiterio dal resto della chiesa decorato con motivi geometrici e floreali. L'intero pavimento della Basilica, che risale al 1207, è in marmo bianco intarsiato con tarsie popolate da animali fantastici (tra i quali "Oannes/Apkallu") che combattono contro le forze del male. Uno dei pannelli che decorano il pavimento rappresenta i segni zodiacali e funziona come una meridiana: ogni anno nel giorno del solstizio d’estate un raggio di sole illumina il segno di Cancro e annuncia l’arrivo della giornata più lunga dell’anno. Ai piedi del presbiterio la Cappella del Crocifisso, commissionata da Piero di Cosimo de’ Medici e progettata da Michelozzo nel 1448. Ogni giorno alle 18:30 i monaci Olivetani di San Miniato cantano i vespri in canti gregoriani. |
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Claudio Maccherani |